“Allora abbiamo cambiato meta, a Hossegor è troppo grosso, si va in Sardegna, conosco dei posti e hanno dato belle onde”.
Con questa chiamata vengo informato del cambio destinazione per il breve surf trip che avevamo programmato da tempo.
Ed eccoci venerdi sera tutti a casa del Canna a mangiare una pizza e caricare la macchina per la partenza. “Dream Team” composto da Giacomo Vannucci, Andrea Puccioni, Emanuele Bianchi, il sottoscritto e naturalmente Andrea Cannavò.
“Ma ci staremo in 5 in una fiesta?” chiede qualcuno. Non lo sappiamo, ma a noi piace l’avventura e così, tavole legate sopra e bagagliaio stracolmo, partiamo alla volta del porto di Livorno, dove una grande nave Moby ci attendeva in vista della traversata verso l’isola dei 4 mori.
Sacco a pelo per tutti tranne che per Puccioni, che si arrangia per la notte con lenzuoli trovati qua e là, ed un asciugamano del Canna. La notte passa bene e di buon’ora ci svegliamo tutti, colazione e subito in garage per uscire dal traghetto.
Ed eccoci in terra sarda. E si vede.
Dopo i primi chilometri di strada un paesaggio magnifico è sempre a portata dei nostri occhi, abituati forse troppo al piccolo paesino livornese o ai colli del pisano. Ciò che la Sardegna offre ha bisogno di poche parole per descriverlo: monti scoscesi a picco sulla strada (e sul mare) coperti ora di verde, ora completamente aridi, vegetazione fitta in un punto e subito pianura estesa per chilometri. E poi mucche, pecore, uccelli di ogni genere, ci accompagnano nella nostra traversata alla volta di Chia, la nostra meta.
Chia è una località marina nel sud della Sardegna e per raggiungerla occorrono da Olbia quasi quattro ore di macchina. Con “Flying Canna” però tutto è possibile e i chilometri vengono macinati di buon passo, pur avendo rischiato un paio di volte la pelle, per (detto in parole povere) negligenza di qualche camionista sardo. A noi niente ci stupisce.
Così arriviamo a Chia, entusiasti di vedere i posti e di trovare una sistemazione per i quattro giorni. Troviamo subito un appartamento carino a 2 minuti da una spiaggetta e ci sistemiamo lì, pagando tutto in anticipo naturalmente, e nemmeno poco…ma noi non badiamo a spese.
Subito primo giro degli spot, isolotto, il morto, cala cipolla e il pontile. Piatto.
Ma il mare aveva in serbo per noi una bella sorpresa, prevista da alcuni di noi e confermata con l’arrivo di onde di circa un metro per le due e mezzo del pomeriggio. Un ultima imparaffinata alla tavola e via in mare, il sottoscritto pronto con cavalletto ed attrezzatura varia a cogliere i migliori momenti della session.
Tre ore circa molto intense, dove un Bianchi in forma fa valere la propria fisicità con un bello slash.
Fine della session, cenetta veloce, un po’ di televisione e a letto presto, pronti per ripartire la mattina del giorno dopo, consapevoli che il mare ci avrebbe regalato emozioni che in Italia sono rare da provare.
Le nostre aspettative non sono state deluse.
E’ poco più dell’alba e ci permettiamo un giro veloce degli spot per valutarne le condizioni di mare.
Difficile descrivere a parole ciò che si para davanti a noi, per questo preferisco far parlare un immagine, che dovrebbe rendere l’idea delle condizioni e delle onde che si stavano srotolando davanti ai nostri occhi.
Arriviamo la mattina del giorno seguente a Livorno e ce la prendiamo con calma, fra colazione abbondante al bar, ritardi al lavoro e assenze a scuola (dello scrivente), si fanno le dieci circa del mattino, quando tutti sono stati portati alle proprie abitazioni dal Canna.
Arrivo a casa, accendo il pc, e la prima cosa che mi viene da scrivere sul mio facebook è “stavo meglio in Sardegna”.
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